Le verdure sono parte integrante di una sana e corretta alimentazione, ma c’è chi ne ha una vera e propria avversione e non riesce a mangiarle, rinunciando così alle proprietà salutari di questi alimenti. Secondo una ricerca dell’Università del Kentucky a Lexington, che verrà illustrata durante l’American Heart Association’s Scientific Sessions 2019, sarebbe tutta colpa di un gene capace di rendere troppo amari alcuni composti presenti nelle verdure.
Perché non mi piacciono le verdure?
La genetica è capace di influenzare innumerevoli nostre caratteristiche, tra cui come vengono percepiti i sapori. Questo guida inevitabilmente le nostre scelte dietetiche, facendoci escludere ciò che riteniamo poco gradevole, come ad esempio le verdure, con possibili ripercussioni negative sulla salute. Come spiegano i ricercatori statunitensi ognuno di noi eredita due copie di un gene del gusto chiamato TAS2R38. Ma esistono 3 combinazioni di varianti di tale gene da cui dipenderebbe una più o meno alta sensibilità al sapore amaro delle verdure:
- Le persone che ereditano due copie della variante di TAS2R38 chiamata AVI non sono sensibili ai sapori amari di alcune sostanze chimiche presenti nel cibo, per cui accettano volentieri di mangiare le verdure, anche le più amare;
- Coloro che ereditano una copia di AVI e una copia di un’altra variante denominata PAV percepiscono moderatamente i sapori amari;
- Gli individui con due copie di PAV, denominati anche “supertasters”, data l’esagerata sensibilità ai sapori, trovano le verdure eccezionalmente amare.
Non solo verdure: gli altri alimenti ritenuti “troppo amari”
La tendenza a seguire un’alimentazione selettiva, che fa escludere intere classi di alimenti sani, non necessariamente indica un palato “viziato”. Le persone che hanno la sfortuna di ereditare due copie della variante PAV del gene del gusto TAS2R38 trovano immangiabili ed estremamente amare verdure sane quali broccoli, cavoletti di Bruxelles, rucola e cicoria, ma possono reagire negativamente anche a cioccolato fondente, caffè e talvolta birra.
Lo studio
I ricercatori, per comprendere perché ad alcune persone non piacciono le verdure e non le mangiano, hanno analizzato i questionari sulla frequenza alimentare di 175 volontari (età media 52 ed oltre il 70% donne). Coloro che presentavano la doppia copia della variante PAV del gene del gusto TAS2R38 avevano due volte e mezzo la probabilità di consumare poche verdure rispetto agli altri. La percezione del sapore amaro e dunque il rifiuto delle verdure da parte di alcuni partecipanti allo studio, non era influenzata dalle quantità di sale, grassi o zuccheri da essi consumati.
È dunque possibile affermare che: se non ti piacciono le verdure la colpa non è tua, ma dei tuoi geni!
Prossimo obiettivo dei ricercatori sarà quello di utilizzare le informazioni genetiche acquisite per comprendere quali verdure possano essere meglio accettate da chi non le ama e quali spezie e aromi potrebbero essere impiegati per renderle più appetibili.
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