Dopo il vaccino contro il Covid-19 è possibile ammalarsi?

Dopo il vaccino contro il Covid-19 è possibile ammalarsi? Questo dubbio, del tutto legittimo, emerge dal momento che, a distanza di poche settimane dall’inizio delle campagne vaccinali in tutto il mondo, sono stati segnalati casi di operatori sanitari risultati positivi al Covid-19, dopo la prima dose del vaccino (fonte Ansa). Colpa del vaccino o dell’inefficacia dello stesso? A queste ed ad altre domande “spinose” su Covid-19 e vaccino proveremo a dare risposta in quest’articolo.

Dopo il vaccino anticovid ci si può infettare lo stesso?

Il vaccino contro il Covid-19 non elimina magicamente la possibilità di essere contagiati dal coronavirus e questo per delle ragioni anche banali. Innanzitutto l’immunità non entra in gioco subito: occorrono ben due dosi di vaccino (che sia quello di Moderna o di Pfizer/BioNTech), ciascuna somministrata ad alcune settimane di distanza l’una dall’altra perché il sistema immunitario possa sviluppare le difese immunitarie contro il Covid-19.

A sua volta il sistema immunitario richiede alcune settimane dalla vaccinazione affinché possa “affilare bene le armi” contro il Covid-19. Nel frattempo il contagio è sempre e comunque dietro l’angolo e non possiamo pensare di evitare mascherina e/o distanziamento sociale: ci si può fatalmente infettare poco prima o poco dopo il vaccino o tra un dosaggio e l’altro del farmaco.

Nessun vaccino anticovid è efficace al 100%

Nessun vaccino (non solo quello anticovid) può definirsi efficace al 100%. Ad esempio il grado di protezione fornito dalle due dosi di vaccino contro il morbillo si attesta intorno al 97%. I vaccini Moderna e Pfizer/BioNTech hanno dimostrato un’efficacia del 95%, una percentuale veramente alta, ma che evidenzia che quel 5%, nonostante la vaccinazione contro il Covid-19, potrà comunque ammalarsi.

Moderna ha misurato l’efficacia del suo vaccino a partire dai 14 giorni dopo la somministrazione della seconda dose di vaccino, mentre Pfizer l’ha misurata a partire dai sette giorni dalla seconda dose.

Il vaccino contro il Covid-19 protegge anche dalle infezioni senza sintomi?

Sappiamo ormai che anche gli asintomatici o i paucisintomatici (pazienti con sintomi lievi) possono essere un pericoloso veicolo d’infezione per il Covid-19. Si stima che circa il 40% delle infezioni da coronavirus non dia alcun sintomo. È lecito dunque chiedersi se questi vaccini funzionino anche contro le forme asintomatiche della malattia.

Ebbene la questione rimane ancora aperta poiché gli studi sui vaccini di Moderna e Pfizer/BioNTech hanno valutato solo la capacità dei vaccini di prevenire le infezioni sintomatiche. I dati di Moderna presentati in Dicembre alla Food and drug Administration (ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici) dimostrerebbero, tuttavia, che il vaccino prodotto dalla casa farmaceutica statunitense sarebbe in grado di proteggere dai 2/3 di tutte le infezioni, comprese quelle asintomatiche.

Discorso a parte per un altro vaccino, quello prodotto da AstraZeneca. Secondo gli esperti dell’Australian and New Zealand Society for Immunology il vaccino britannico sarebbe efficace, in fase 3, solo per il 62% dei casi, percentuale insufficiente per il raggiungimento dell’immunità di gregge (fonte Il Messaggero).

Cosa c’è nel vaccino contro il Covid-19?

Uno dei timori più grandi è quello di essere contagiati proprio dall’inoculazione dello stesso vaccino contro il Covid-19. Ma il contenuto del vaccino anticovid non può in alcun modo scatenare l’infezione. Sia il vaccino di Moderna che quello di Pfizer/BioNTech non contengono il virus (nemmeno attenuato o inattivato), ma un piccolo tratto di materiale genetico noto come RNA messaggero o mRNA.

Questo frammento di mRNA, incapace di farci ammalare di Covid-19, è comunque sufficiente, una volta somministrato attraverso il vaccino, ad allertare il nostro sistema immunitario che lo vede come un invasore da eliminare. Il nostro corpo inizierà a produrre anticorpi e cellule immunitarie che saranno capaci di riconoscere e neutralizzare il coronavirus anche quando in seguito verremo esposti ad una reale infezione.

Quanto dura l’immunità dopo il vaccino contro il Covid-19?

La protezione acquisita con il vaccino contro il Covid-19 non è però eterna. Purtroppo allo stato attuale nessuno sa per quanto tempo i vaccini contro il coronavirus saranno in grado di proteggerci. Preoccupano inoltre le “varianti” inglese, sudafricana ed altre che inevitabilmente emergeranno, dato che il coronavirus muta, rendendo potenzialmente meno efficaci gli attuali vaccini.

Tuttavia, la tecnologia utilizzata per realizzare i nuovi vaccini contro il coronavirus è progettata per essere facilmente adattata ad eventuali mutazioni, richiedendo tempi più brevi per la produzione di un nuovo farmaco (cosa rassicurante, ma molto poco auspicabile per la verità). Occorre agire in fretta con le vaccinazioni, affinché gli sforzi e i sacrifici affrontati dagli italiani, ma anche nel resto del mondo, non vengano vanificati.

Distanziamento sociale, lavaggio frequente delle mani e uso delle mascherine saranno necessari (anche dopo il vaccino) almeno fin quando non sarà raggiunta la tanto agognata “immunità di gregge”, che purtroppo richiederà tempi piuttosto lunghi. È recentissima l’affermazione choc della scienziata capo dell’Organizzazione mondiale della sanità, Soumya Swaminathan secondo cui l’immunità di gregge non verrà raggiunta entro il 2021 (fonte Ansa).

Correlati:




Anna Elisa Catanese

Ciao sono Anna Elisa Catanese, Dott.ssa in Scienze e tecniche erboristiche, autrice principale dei contenuti di questo sito web. Sono anche una cantante e creatrice di bijoux. Ho alle spalle collaborazioni come autrice di articoli con numerosi siti quali Blasting news e Dokeo. Su Natural Magazine troverete notizie inerenti salute, benessere, alimentazione sana, rimedi naturali e molto altro ancora.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *