Campsis (ex Bignonia) radicans, grandiflora: differenze, coltivazione, cura

Campsis (ex Bignonia) è un genere di piante rampicanti dai tipici fiori arancioni a trombetta, appartenente alla famiglia delle Bignoniaceae. L’ex nome botanico Bignonia è ancora molto diffuso, tanto che comunemente viene denominata spesso così anche dagli addetti ai lavori. Il genere Campsis comprende le due specie radicans e grandiflora e le loro relative varietà. Entrambe le specie sono dotate di radici avventizie, che si formano sulle pareti esterne, solo nella parte in ombra, le quali servono per aderire meglio ai tronchi delle piante vicine, oppure alle pareti presso cui le abbiamo piantate. Febbraio è il mese adatto per il trapianto di un nuovo esemplare di bignonia in giardino, ma anche per fare interventi di potatura e concimare con letame ben maturo. Per scegliere quale Campsis si adatta meglio al nostro spazio verde impariamo a conoscere e distinguere le due specie più diffuse, la radicans e la grandiflora.

Campsis radicans

La Campsis radicans ha fiori più piccoli, rispetto alla grandiflora rosso/arancio o gialli e radici avventizie più abbondanti. La radicans è originaria dei boschi umidi nord americani, dove cresce appoggiandosi sulle piante vicine o, in mancanza di sostegni, strisciando sul terreno; non teme il freddo e nel nostro Paese può essere coltivata ovunque.

Campsis grandiflora

La Campsis grandiflora, come si può intuire dal nome, ha fiori più grandi rispetto alla radicans, è originaria dell’Asia orientale e preferisce vivere nei climi più caldi. La grandiflora non a caso si presta particolarmente bene a decorare i muri di cinta, pergole e cancellate delle case vicino al mare. Pare che in Cina questa pianta cresca fino a raggiungere i 10 m d’altezza, tanto che si è guadagnata l’appellativo di “fiore che si avvicina al cielo”.

Campsis grandiflora

Coltivazione e cura della Bignonia

Sia Campsis radicans che Campsis grandiflora gradiscono terreni da giardino ricchi e ben drenati ed un’esposizione in pieno sole. Gli esemplari più giovani, appena trapiantati, sono poco resistenti prima che la pianta abbia sviluppato sufficienti radici avventizie e un fusto legnoso. Per questo basterà un colpo di vento per farli staccare. Assicuriamoci nella fase iniziale di ancorarli bene al supporto su cui abbiamo deciso di farli crescere. Come già indicato le bignonie vanno potate in febbraio, scegliendo di accorciare solo i rami laterali, per dare alla pianta la forma e dimensioni desiderate. Per assicurarci una crescita rigogliosa ed un’abbondante fioritura nella successiva estate, febbraio è anche il periodo più adatto per concimare il terreno in cui cresce la Bignonia con del letame ben maturo.

Correlati:


Anna Elisa Catanese

Ciao sono Anna Elisa Catanese, Dott.ssa in Scienze e tecniche erboristiche, autrice principale dei contenuti di questo sito web. Sono anche una cantante e creatrice di bijoux. Ho alle spalle collaborazioni come autrice di articoli con numerosi siti quali Blasting news e Dokeo. Su Natural Magazine troverete notizie inerenti salute, benessere, alimentazione sana, rimedi naturali e molto altro ancora.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *