Salvia officinalis: proprietà, usi, controindicazioni

La Salvia officinalis L. (fam. Lamiaceae), o salvia comune, è una pianta nota per le sue proprietà aromatiche che la rendono utile sia in cucina, per insaporire svariati piatti della tradizione, che come erba medicinale. La storia della salvia è ricca di fascino, poiché gli antichi riponevano in essa grande fiducia, tant’è vero che il suo nome deriva dal latino “salvus”, che significa salvo o anche da “salus”, salute. In quest’articolo, dopo la descrizione delle caratteristiche botaniche della Salvia officinalis, racconteremo storia, curiosità e aneddoti legati al suo impiego tradizionale, quali sono le sue proprietà medicinali, come preparare con essa alcuni semplici rimedi naturali fai-da-te, controindicazioni ed effetti collaterali.

Salvia officinalis: identificazione

La Salvia officinalis è una pianta delle regioni mediterranee, coltivata ovunque negli orti, ma sporadicamente subspontanea nelle stazioni soleggiate e pietrose, fino agli 800 m d’altitudine. La pianta è una suffrutice alta dai 30 ai 70 cm, con caule tetragono, ramificato, pubescente. Ha foglie ovali o ovali-lanceolate, grandi, oblunghe persistenti, spesse, rugose, crenate, le superiori sessili acuminate, da giovani bianco-tomentose. A sviluppo completo le foglie risultano di color verde grigiastro (il tipico color verde salvia) su entrambe le pagine o almeno superiormente, più o meno tomentose, oppure bianco tomentose di sotto e fortemente reticolato-venose, in piante a foglie lungamente picciolate, lanceolate o oblunghe. I fiori della Salvia officinalis sono blu-violacei e sbocciano in maggio-giugno. Distribuiti da 3 a 6 per verticillo sono riuniti in spighe terminali con brattee violacee, caduche, calice bilabiato, pubescente, ma non vischioso, corolla lunga a labbra, l’inferiore trilobata. Frutto di 4 acheni ovoidei, più o meno evidentemente trigoni ed arrotondati all’apice. Odore e sapore aromatici.

Salvia officinalis: storia e curiosità

La salvia è stata tenuta in grande considerazione fin dai tempi più antichi. Già Dioscoride, nel 146 a. C. nel suo De materia medica consigliava la salvia sia come afrodisiaco che contro ulcere e pruriti genitali. Narra la leggenda che la Sacra famiglia, fuggendo verso l’Egitto inseguita dai soldati di Erode, cercasse disperatamente rifugio nelle case bussando a tutte le porte. La gente però, impaurita dalle guardie, non apriva e il Bambin Gesù poteva essere trovato ed ucciso da un momento all’altro. Maria, come ultima risorsa, si rivolse ad una salvia fiorita. Questa dischiudendo le sue foglie, accolse e nascose immediatamente Gesù Bambino e lo addormentò con il suo penetrante profumo. La Madonna, riconoscente, benedì la salvia e la fece diventare la pianta più utile della Terra. Plinio il vecchio (23-79 d. C.) nel suo Historiae naturalis raccomanda la salvia contro il veleno di scorpioni e serpenti, affermando che: “Ci si può spalmare con olio di salvia e non si teme il morso dei serpenti”.

L’efficacia della salvia nel medioevo era ritenuta estremamente valida dalla Scuola medica salernitana, che denominava questa pianta Salvia salvatrix. C’è un vecchio proverbio, ancora in uso, che dice: “Se molto vuoi campare, salvia hai da mangiare”. I cinesi ritenevano il suo aroma superiore persino a quello del tè, tant’è vero che nei loro commerci con l’Occidente, una scatola di salvia veniva scambiata con tre di tè. Gli inglesi poi, prima dell’arrivo di quest’ultimo, accompagnavano il loro ricco “breakfast” con tazze fumanti di infuso di salvia. Gli arabi si dissetavano con bevande a base di salvia durante le lunghe traversate nei torridi deserti.

Quando il confine tra medicina e magia era sottilissimo, là dove non arrivava il sapere del medico, ecco che compariva la salvia come ingrediente di filtri e incantesimi. La dottrina delle segnature che istituisce l’analogia tra forma, aspetto della pianta e gli organi o le malattie che la richiedono, indicava l’uso dei frutti della salvia nel trattamento dei bubboni per via della loro forma che richiama l’affezione cutanea.

Salvia officinalis: proprietà e benefici

Legende e curiosità a parte, le proprietà terapeutiche della salvia sono state ampiamente dimostrate da moderni studi farmacologici [1]. Essi ne riconoscono ad esempio la validità come tonico e stimolante per il cuore e il sistema nervoso. L’infuso di salvia è infatti ottimo nella cura delle depressioni, in seguito ad esaurimenti sia fisici che intellettuali e durante la convalescenza. Ancora oggi la salvia si usa per aromatizzare le vivande, per proteggere indumenti e tessuti dalle tarme, negli armadi, come cura di bellezza e per vincere i malesseri. L’olio essenziale di salvia è un ottimo corroborante ed è usato anche nell’industria cosmetica per la produzione di shampoo, saponi e dentifrici.

La proprietà antidrotica (antisudorifera) della salvia attribuita all’olio essenziale, si manifesta a poche ore dall’ingestione e dura per alcuni giorni e sembra influenzare, per un’azione bulbare, tutte le secrezioni. Di riflesso risulta dunque utile anche per combattere l’eccessiva formazione di catarro, nelle forme gastro-intestinali infiammatorie, bronchiali, vescicali e ridurre la portata lattea. Altre proprietà della Salvia officinalis: antisettiche, antispasmodiche, carminative, coleretiche, ipoglicemizzanti, stimolanti, stomachiche, vulnerarie. La salvia regola e facilita le mestruazioni (proprietà emmenagoghe), in virtù di un fitoestrogeno che produce effetti paragonabili a quelli della follicolina ed è utile anche nel contrastare i sintomi della menopausa.

Salvia officinalis: costituenti principali

I costituenti principali della Salvia officinalis (foglie) sono: tannino, un principio estrogeno, delta-borneolo, cineolo, canfene, etc.; un acido organico, flavonoidi, una saponina, olio essenziale. L’olio essenziale di salvia è a sua volta costituito da una speciale canfora (salviolo) e da un idrocarburo (salvene) con delta- e alfa-pinene, salvone (chetone chiamato anche tujone, estremamente tossico per il sistema nervoso (due volte più dell’assenzio).

Rimedi naturali fai-da-te: infuso di salvia

La parte utilizzata in fitoterapia della Salvia officinalis sono le foglie raccolte e seccate prima della fioritura, ma anche le sommità fiorite e l’olio essenziale. Uno dei rimedi naturali più semplici fai-da-te è l’infuso di salvia. Esso si prepara ponendo in infusione per 10 minuti 20 g di foglie essiccate in un litro d’acqua, ovvero un cucchiaino da tè per tazza d’acqua calda. L’infuso di Salvia officinalis può essere utile per:

  • inibire la secrezione lattea (proprietà galattofughe): per lo scopo bere tre tazze al giorno);
  • per combattere il diabete: bere due tazze al giorno, lontane dai pasti;
  • contro i dolori mestruali: assumere a partire da una settimana prima della data in cui è prevista la comparsa delle mestruazioni, due tazze al giorno d’infuso di salvia;
  • contro gli spasmi e per riequilibrare il sistema nervoso: assumere due tazze al giorno;
  • contro la sterilità: bere due tazze al giorno;
  • contro vampate e palpitazioni in menopausa: bere tre tazze al giorno di un infuso di salvia ottenuto lasciando 40 g di foglie e fiori essiccati in un litro d’acqua bollente per 10 minuti;
  • per combattere la gengivite: preparare un infuso in concentrazione più alta (50 g di foglie essiccate di salvia in l d’acqua bollente, lasciate in infusione per 10 minuti) e usare come collutorio per sciacqui e gargarismi;
  • l’infuso di salvia è utile anche come lozione per il viso contro l’acne.

Vino di salvia

Dalle proprietà ricostituenti, tonificanti, utile per combattere l’astenia durante una convalescenza e come rimedio naturale contro l’eccessiva sudorazione è il vino di salvia. Esso si ottiene ponendo a macerare in luogo fresco, asciutto e buio, 100 g di foglie essiccate di salvia in 1 l di buon vino marsala per 10 giorni, agitando di tanto in tanto. Passato questo tempo, filtrare l’estratto. Bere il vino di salvia dopo i pasti, in dose di 1-3 cucchiai da tavola.

Acqua di salvia

Grazie alle sue proprietà depurative, toniche, rivitalizzanti la Salvia officinalis si presta anche all’uso cosmetico. Tra le preparazioni più utili e interessanti abbiamo l’acqua di salvia che ci aiuta a migliorare il colorito della pelle. L’acqua di salvia si prepara come segue:

  • lasciamo macerare 60 g di salvia in 1 l di acqua di colonia per 6 settimane;
  • filtrare il tutto;
  • utilizzare l’acqua di salvia come tonico dopo la pulizia del viso.

Altri impieghi della Salvia officinalis

Con le foglie essiccate e triturate di salvia possiamo preparare delle sigarette utili per combattere l’asma ed il tabagismo. Per uso esterno può essere impiegata la tintura di salvia, allo stato puro, in pennellazioni o 20 gocce della stessa sciolte in un bicchiere d’acqua, per collutorio o irrigazioni, nelle forme infiammatorie della bocca, della faringe, delle fosse nasali e anche per irrigazioni vaginali nella leucorrea. Inoltre basterà frizionare i denti con le fragranti foglie di salvia per avere il sorriso splendente e la bocca profumata. Impacchi imbibiti della decozione delle foglie o di tintura diluita, esercitano una benefica azione sul decorso delle ferite infette, sulla guarigione delle superfici cutanee ulcerate e degli eczemi umidi.

La salvia può essere impiegata per la disinfezione ambientale: bruciare nel camino o in un braciere, spargendo sulle braci, foglie di salvia. Contro il cattivo odore dei piedi cospargere all’interno delle calzature polvere di salvia. Per lenire il dolore dopo la puntura di un’ape, togliere il pungiglione e massaggiare la parte con delle foglie di salvia. Frizioni di parti uguali di tintura di salvia e di rum sul cuoio capelluto, attiverebbero la ricrescita dei capelli.

Salvia officinalis: controindicazioni

Il profumo intenso e il sapore della salvia sono invitanti, però non bisogna abusarne, perché essa contiene le stesse sostanze tossiche dell’assenzio, ed è perciò controindicata ai temperamenti sanguigni e ipertesi. La Salvia officinalis è pericolosa per le donne che allattano per le già citate proprietà galattofughe; evitare il contatto con il ferro. L’olio essenziale di salvia è tossico quando venga usato in dosi elevate (ad es. a scopo abortivo); la sua ingestione può dare luogo ad avvelenamento con vomito, diarrea, forte iperemia degli organi del bacino, emorragie, ematuria, eccitazione dei centri nervosi, manifestata da crampi, paralisi e infine morte in stato di profonda incoscienza.

Il presente articolo ha il solo scopo informativo, pertanto si declina ogni responsabilità data dall’utilizzo delle piante medicinali a scopo terapeutico. Rivolgersi al proprio medico curante in caso di domande o dubbi.

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Anna Elisa Catanese

Ciao sono Anna Elisa Catanese, Dott.ssa in Scienze e tecniche erboristiche, autrice principale dei contenuti di questo sito web. Sono anche una cantante e creatrice di bijoux. Ho alle spalle collaborazioni come autrice di articoli con numerosi siti quali Blasting news e Dokeo. Su Natural Magazine troverete notizie inerenti salute, benessere, alimentazione sana, rimedi naturali e molto altro ancora.

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