Melanzana, Solanum melongena: coltivazione, moltiplicazione, raccolta

La melanzana, Solanum melongena, è una pianta erbacea perenne, coltivata come annuale, appartenente alla famiglia delle Solanaceae. Tutta la pianga è ispida. Il fusto è eretto con ramificazioni che possono raggiungere 80 cm di lunghezza. Le foglie sono grandi e i fiori sono per lo più di colore viola. I frutti, le melanzane, sono costituiti da bacche di forma tondeggiante o cilindrica di colore viola indaco o bianco. Le varietà di melanzana più diffuse in Italia sono: la “Violetta di Napoli”, dalla forma allungata e dal sapore più intenso; la “Violetta di Firenze” di forma rotondeggiante; la “Black Beauty”, quasi ovale e di colore viola intenso; la “Larga Morada”, quasi rosata con striature violacee e gusto delicato. Prima di scoprire come coltivare e moltiplicare la melanzana e quando si raccoglie, conosciamone origine e storia.

Solanum melongena: origine e storia

Originaria dell’India, dove cresceva spontaneamente già quattromila anni fa, la melanzana veniva consumata abitualmente arricchita con spezie piccanti o conservata in salamoia. Per lo più sconosciuta invece ai Greci e agli antichi Romani, venne introdotta in Italia e in Spagna nel XIV secolo dagli Arabi che già da tempo ne apprezzavano le virtù alimentari. Il nome stesso ne denuncia questa origine, trattandosi di un un mix della parola italiana “mela” e della parola araba “badinjian” (che significa melanzana) con cui si prepara ancora oggi una pietanza a base di questo ortaggio. Inizialmente impiegata quale rimedio erboristico, ben presto la melanzana è entrata a far parte di numerosi piatti del sud Italia, tra cui la parmigiana. La melanzana si presta a gustose preparazioni culinarie: fritta, al funghetto, alla griglia, impanata, ripiena, marinata, nella caponata, sott’olio, sott’aceto. Le melanzane sono poco caloriche, ma ricche di calcio, fosforo, vitamina A e C, potassio.

Proprietà medicinali della melanzana

Come già accennato, inizialmente la melanzana era impiegata come pianta medicinale. Tra i composti fitochimici più importanti, presenti sia nelle foglie che nei frutti della melanzana, abbiamo: acido aspartico, tropano, flavonoidi, lanosterolo, gramisterolo, alcaloidi steroidei, glicoalcaloidi, istidina, nasunina, acido ossalico, solasodina, acido ascorbico e triptofano [1]. Solanum melongena stimola l’attività dei reni, ha benefici effetti sul fegato, pancreas e intestino, possiede attività antinfiammatorie, antiossidanti e anticancro, abbassa il colesterolo.

Coltivazione della melanzana: esposizione, clima, terreno, annaffiature

La melanzana richiede per la sua coltivazione esposizione in pieno sole e clima temperato. È una pianta tipicamente primaverile-estiva, ma in condizioni favorevoli, può spingere il suo ciclo colturale fino all’autunno. Predilige il terreno soffice e fresco, di medio impasto e sabbioso, abbastanza fertile. Prima della messa a dimora concimiamo abbondantemente, con letame stagionato, arricchito con un fertilizzante completo e ricco di fosfati, potassio e azoto. Sono da evitare i terreni troppo compatti, poveri di humus, dal pH acido e gli eccessi di acqua, condizioni che compromettono la qualità dei frutti e le loro caratteristiche esteriori e organolettiche. Per quanto riguarda le annaffiature annaffiare 3 volte alla settimana prima della comparsa dei frutti. In seguito regolare le innaffiature in rapporto al clima, ma ricordare che comunque la melanzana è avida di acqua. Evitare di bagnare le foglie per non creare zone umide favorevoli allo sviluppo di malattie crittogamiche.

Melanzana: altre cure

Durante la coltivazione della melenzana sono necessarie delle operazioni per migliorare la qualità e le dimensioni del frutto:

  • Rincalzatura: da effettuare circa 40 giorni dopo la messa a dimora in piena terra.
  • Pacciamatura: coprire la base della pianta con materiali organici, come compost o paglia, al fine di conservare un terreno fresco e privo di infestanti.
  • Cimatura: dopo la comparsa dei due primi fiori sul gambo principale, cimiamo la pianta per favorire lo sviluppo dei frutti. Lasciamo crescere solo quattro rami laterali, cimandoli sopra il secondo fiore. Otterremo così circa 12 frutti per pianta.
  • Potatura a verde: consiste nell’eliminare i getti ascellari che si formano nel tratto di fusto al di sotto della prima biforcazione. Questi getti sono sterili e producono frutti piccoli, di qualità scadente, che tolgono energia alla pianta. Il momento migliore per questa operazione è l’inizio della fioritura. È inoltre utile, se non addirittura necessario, togliere le foglie basali una volta che queste ingialliscono per evitare che, marcendo, provochino malattie fungine.
  • Tutori: nelle zone ventose, conviene tutorare le piante di melanzana, sostenendole a fili di nylon tesi tra due pali.

Moltiplicazione della melanzana

La moltiplicazione della melanzana avviene per seme. Nelle regioni con clima più caldo, come nell’Italia meridionale, seminiamo in semenzaio coperto a febbraio e mettiamo a dimora ad aprile. Nelle altre regioni la semina può avvenire in serra a temperatura controllata a fine febbraio; in questo caso la messa a dimora va fatta a maggio. I semi vanno posti a circa 2 cm di profondità; se la temperatura è intorno ai 15° C, la germinazione avviene dopo circa una settimana. Quando le piantine hanno tre-quattro foglioline e possono essere maneggiate, vanno messe a dimora, distanziandole di 50-60 cm l’una dall’altra. Le piantine di melanzana vengono normalmente vendute nei vivai in vasetti di torba, pronte per essere messe in piena terra.

Malattie che colpiscono la melanzana

I principali nemici della melanzana sono:

  • acari: le foglie ingialliscono e rinsecchiscono;
  • peronospora: le foglie e i gambi si coprono di macchie gialle e brune;
  • oidio o mal bianco: le foglioline si ricoprono di polvere biancastra;
  • muffa grigia: gambi, foglie e frutti si macchiano di bruno e si ricoprono di muffa grigia;
  • afidi: provocano foglie deformi, appiccicose e ingiallite.

Raccolta delle melazane

La raccolta della melanzana avviene scalarmente tra luglio e novembre, secondo il periodo di messa a dimora e il clima. Le bacche si staccano quando hanno raggiunto circa i due terzi della crescita massima (tre-quattro settimane dopo l’allegagione). A questo stadio l’epicarpo (la buccia) si presenta particolarmente lucido, la polpa è bianca e i semi sono di colore biancastro. Raggiunta la completa maturazione, i frutti hanno caratteristiche decisamente peggiori: i semi sono di colore scuro e sono duri, cosa che non ne facilita il consumo alimentare. Esteriormente la buccia perde di brillantezza e il colore tende al marrone scuro. L’intensa attività fisiologica del frutto colto prima della sua maturazione comporta un periodo di conservazione limitato a non oltre dieci giorni in condizioni ottimali.

Come scegliere una buona melanzana

Al momento dell’acquisto, dal fruttivendolo o al supermercato, una melanzana di qualità si riconosce per le seguenti caratteristiche:

  • Buccia liscia e tesa, priva di ammaccature o parti nere;
  • Picciolo ancora attaccato e di colore verde, senza parti secche;
  • La presenza di protuberanze alla base della melanzana indica che la polpa è compatta e con pochi semi.

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Anna Elisa Catanese

Ciao sono Anna Elisa Catanese, Dott.ssa in Scienze e tecniche erboristiche, autrice principale dei contenuti di questo sito web. Sono anche una cantante e creatrice di bijoux. Ho alle spalle collaborazioni come autrice di articoli con numerosi siti quali Blasting news e Dokeo. Su Natural Magazine troverete notizie inerenti salute, benessere, alimentazione sana, rimedi naturali e molto altro ancora.

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