Aglio: coltivazione, riproduzione, raccolta, curiosità

L’aglio (Allium sativum) è una pianta bulbosa appartenente alla famiglia delle Liliaceae, la stessa di altri ortaggi quali cipolla e asparago. Il celebre ortaggio è da migliaia di anni utilizzato ovunque non solo come condimento, ma anche come medicamento, amuleto, antidoto e ornamento. Prima di addentrarci sul come coltivare l’aglio nel nostro orto conosciamo un po’ di storia, curiosità e credenze popolari che lo riguardano.

Aglio: storia, curiosità

Si ritiene che l’aglio sia originario dell’Asia centrale; coltivato fin dall’antichità più remota è stato via via selezionato e migliorato, fino ad ottenere la varietà a grosso bulbo del Medio Oriente e del Mediterraneo. L’aglio fu introdotto in Europa non appena vi prese piede l’agricoltura organizzata. Nell’antico Egitto veniva fornito agli schiavi costruttori di piramidi affinché acquisissero forza e resistenza e se ne cibavano anche i lottatori greci e romani prima dei loro combattimenti. Omero nella sua Odissea narra che Ulisse utilizzò l’aglio selvatico, il “moly”, descritto come un “benefico farmaco” quale antidoto contro gli incantesimi della maga Circe. Non ci è dato sapere se lottatori o maghi fossero battuti dalla forza dell’avversario acquisita grazie all’ingestione di aglio o dall’odore, non proprio soave, del sativo bulbo. Del resto pare che fosse poco gradito agli Dei a causa dell’effetto di questa pianta aromatica sull’alito dei fedeli: chi ne aveva mangiato, infatti, non doveva entrare nei templi. L’aglio era ritenuto capace di combattere gli spiriti maligni e di tener lontani streghe e vampiri.

Nell’Esodo l’aglio è citato tra i più preziosi beni che gli ebrei dovettero lasciare in Egitto e tutti i medici e i naturalisti dell’antichità parlavano di questa formidabile pianta. Le innumerevoli specie di aglio sono impiegate anche a scopo decorativo: sono attualmente in commercio oltre 30 varietà di aglio ornamentale; Allium sativum e Allium moly venivano usate come piante da fiore già tre secoli fa. Un’altra curiosità: il succo di aglio è un’ottima colla: basta spalmare il liquido sulle due parti da incollare e tenerle unite fino all’essiccazione, si riattaccheranno perfettamente.

Proprietà medicinali dell’aglio

Tralasciando il mito, l’aglio presenta realmente delle speciali virtù. L’odore particolare dell’Allium sativum e la maggior parte delle sue proprietà medicinali sono dovute alla presenza, nel bulbo, di un’essenza volatile sulforata, l’allicina, dalla riconosciuta azione antisettica: la maschera protettiva dei medici del Medioevo, imbottita di aglio, era davvero efficace; i soldati russi, durante la Seconda Guerra Mondiale, portavano con sé degli spicchi d’aglio, che dovevano schiacciare sulle ferite, contro le infezioni. L’aglio contiene inoltre: enzimi, fitormoni, vitamine A, B1, B2, PP, C, sali minerali e oligoelementi. Altre proprietà dell’aglio: antidiabetico, antispasmodico, callifugo, diuretico, espettorante, ipotensivo, stimolante, tonico, vermifugo. Molte dei principi attivi presenti nell’Allium sativum si perdono quando lo cuociamo o lo conserviamo a lungo. Per dare il meglio di sé l’aglio andrebbe utilizzato crudo e freschissimo. Il succo fresco dell’aglio ha un’azione antisettica più forte che l’essenza isolata e combatte lo sviluppo di numerosi germi patogeni. L’aglio di buona qualità non dev’essere molle al tatto e non deve avere muffa, macchie scure o germogli.

Allium sativum: descrizione

L’Allium sativum è una pianta bulbosa biennale che però viene coltivata come annuale, dal momento che i bulbi, che si formano in pochi mesi, vengono estratti prima dei due anni dal terreno. Il bulbo di aglio, chiamato anche testa, è composto da 8-14 bulbilli, gli spicchi, molto vicini tra loro e disposti su una base detta “cormo“. Gli spicchi di aglio sono avvolti da foglie bianche o rosa, le tuniche, che sembrano fatte di carta e che li proteggono. I bulbilli sono infatti la parte più importante della pianta perché sono loro che hanno il compito della riproduzione. L’aglio infatti produce raramente i semi che, altrettanto raramente, riusciranno a germogliare. Ogni spicchio d’aglio contiene una gemma di colore verde chiaro che è la parte più indigesta dell’ortaggio, ma anche la più ricca di potassio, vitamina C, iodio e manganese. Tutta la testa d’aglio è infine ricoperta da foglie esterne che raggiungono un’altezza di mezzo metro.

Clima e terreno ideale per la coltivazione dell’aglio

I climi che l’aglio preferisce sono quelli temperati e asciutti, ma le varietà più resistenti possono crescere anche in alta montagna. L’aroma dell’aglio coltivato vicino ai litorali marini è più gradevole, dolce e delicato. Il terreno migliore per coltivare l’aglio è fertile, piuttosto permeabile, non troppo acido e con un buon drenaggio. L’aglio non sopporta l’eccesso di umidità, causa di marciumi.

Come coltivare l’aglio

L’aglio si riproduce mediante i bulbilli (spicchi). Prima di piantare i bulbilli dell’aglio nell’orto dobbiamo lavorare il terreno con la vanga fino ad una profondità di 25-30 cm. Servendoci poi di un rastrello interriamo un leggero strato di fertilizzante che contiene azoto, fosforo e potassio, tipo 8-16-24. Ce ne servono circa 70/100 g al metro quadrato. Non usiamo invece il letame fresco che favorisce il proliferare di funghi e parassiti. Una buona regola è quella di rispettare la “rotazione colturale” che nel caso dell’aglio dev’essere almeno triennale, cioè non dobbiamo coltivare l’aglio nello stesso terreno più di una volta ogni tre anni. Scegliamo gli spicchi di aglio più sodi e scartiamo quelli troppo piccoli o malformati e interriamoli a 4-5 cm di profondità (7-8 cm nei climi freddi) con la punta rivolta verso l’alto a una quindicina di centimetri di distanza l’uno dall’altro. Le file saranno distanti tra loro circa 30 cm.

Una dozzina di piante daranno già un abbondante raccolto per il fabbisogno di una famiglia media. Il periodo giusto per piantare l’aglio è ottobre-novembre oppure febbraio e marzo, soprattutto per la varietà bianca, più adatta all’essiccazione. Mentre l’aglio cresce, noi dobbiamo sarchiare leggermente tra le file, cioè zappettare in modo da lasciare libero il terreno dalle erbacce e, per avere raccolti abbondanti, verso il mese di aprile, fertilizzare superficialmente con un poco di concime azotato, come l’urea, 20 g al metro quadrato, o il nitrato di ammonio, 30 g al metro quadrato. Nei climi asciutti e se non piove per un po’ di tempo, dobbiamo annaffiare il terreno senza però esagerare per non creare pericolosi ristagni.

Quando si raccoglie l’aglio

Potremo raccogliere l’aglio in estate, a partire da giugno nelle zone calde e proseguire fino al mese d’agosto in quelle settentrionali. L’aglio sarà pronto per la raccolta quando le sue foglie saranno ingiallite e cominceranno a seccarsi e a piegarsi a terra. Per raccogliere l’aglio ci aiuteremo con un forcone che affonderemo ai lati della pianta facendo attenzione a non danneggiare i bulbi. Lasciamo le testa di aglio ad asciugare al sole per 3-4 giorni e poi leghiamole tra loro per mezzo delle lunghe foglie. In questo modo formeremo delle trecce di aglio che si chiamano “reste”. Conserviamo le trecce di aglio appese in un posto arieggiato, fresco e buio, come per esempio una cantina o un solaio aperto. I nemici dell’aglio, in questo periodo sono, infatti, la luce e l’umidità perché questi due fattori ne stimolano la germinazione. Possiamo anche conservare l’aglio in frigorifero ma non durerà più di un paio di mesi.

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Anna Elisa Catanese

Ciao sono Anna Elisa Catanese, Dott.ssa in Scienze e tecniche erboristiche, autrice principale dei contenuti di questo sito web. Sono anche una cantante e creatrice di bijoux. Ho alle spalle collaborazioni come autrice di articoli con numerosi siti quali Blasting news e Dokeo. Su Natural Magazine troverete notizie inerenti salute, benessere, alimentazione sana, rimedi naturali e molto altro ancora.

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