Ipotensione ortostatica: fattore di rischio per ictus e demenza

L’ipotensione ortostatica è quel forte calo di pressione sanguigna che si verifica con il cambio di posizione, da seduti o sdraiati, a quella eretta. Perché si parli di ipotensione ortostatica occorre che si verifichi un calo pressorio di 20 mmHg per la pressione sistolica e 10 mmHg della diastolica. Le persone che sperimentano questa condizione hanno tra i loro sintomi la sensazione di svenire, vertigini o capogiri, offuscamento temporaneo della vista, etc. e ciò, specie tra le persone anziane, può provocare pericolose cadute e rischio di fratture. Ma le insidie dell’ipotensione ortostatica non finiscono qui: correlata da tempo ad un più alto rischio di infarto cardiaco secondo un nuovo studio della American Academy of Neurology sarebbe da associare anche a ictus ischemico e demenza senile.  Lo studio è stato pubblicato sulla rivista online Neurology®, il 25 luglio 2018.

Lo studio su ipotensione ortostatica, demenza ed ictus

Lo studio ha coinvolto 11.709 persone con un’età media di 54 anni, nessuna delle quali con storie precedenti di malattie cardiache o ictus. I volontari sono stati seguiti per circa 25 anni nel corso dei quali hanno incontrato i ricercatori fino a cinque volte. Durante la visita iniziale, i volontari sono stati sottoposti a degli esami, tra cui uno per individuare la presenza di ipotensione ortostatica: i volontari si sono sdraiati per 20 minuti per poi alzarsi in piedi eseguendo un movimento fluido e rapido. La pressione sanguigna è stata misurata cinque volte in piedi.

I ricercatori hanno determinato la media delle letture e quindi hanno calcolato la differenza con la pressione arteriosa media a riposo di ciascun partecipante. E’ stato così stabilito che 552 partecipanti (il 4,7%) presentavano l’ipotensione ortostatica all’inizio dello studio. Nei 25 anni, 1.068 volontari hanno sviluppato demenza e 842 persone hanno avuto un ictus ischemico.

L’ipotensione ortostatica può portare a demenza senile e ictus decenni più tardi

I ricercatori hanno scoperto che coloro che soffrivano di ipotensione ortostatica all’inizio dello studio avevano una probabilità maggiore del 54% di sviluppare la demenza senile (la più frequente delle quali è il morbo di Alzheimer, 50-60% dei casi di demenza in Italia) rispetto a quelli che non presentavano tale condizione all’inizio dello studio. Ovvero 999 dei 11.156 che non avevano l’ipotensione ortostatica (9%), hanno sviluppato la demenza, così come 69 delle 552 persone con ipotensione ortostatica, il 12,5%. Ma c’è di più: quelli con ipotensione ortostatica avevano il doppio di probabilità del rischio di avere un ictus ischemico. Ben il 15,2% , 84 su 552 volontari con ipotensione ortostatica ha avuto nei 25 anni un ictus ischemico, contro solo il 6,8%, (758 su 11,157) tra le persone che non avevano l’ipotensione ortostatica. Non vi è stata alcuna associazione tra ipotensione ortostatica e ictus emorragico.

Possibili strategie di prevenzione per demenza o ictus

Ciò che si augurano i ricercatori statunitensi e che i loro studi possano permettere di fornire ulteriori strumenti per individuare precocemente quali siano le persone a rischio per demenza senile ed ictus. “Misurare l’ipotensione ortostatica nella mezza età può essere un nuovo modo per identificare le persone che devono essere attentamente monitorate per la demenza o l’ictus”, ha dichiarato in una nota il principale autore dello studio, il Dott. Rawlings. Tuttavia sottolinea che “Sono necessari ulteriori studi per chiarire che cosa potrebbe causare questi collegamenti e per indagare le possibili strategie di prevenzione”.

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Anna Elisa Catanese

Ciao sono Anna Elisa Catanese, Dott.ssa in Scienze e tecniche erboristiche, autrice principale dei contenuti di questo sito web. Sono anche una cantante e creatrice di bijoux. Ho alle spalle collaborazioni come autrice di articoli con numerosi siti quali Blasting news e Dokeo. Su Natural Magazine troverete notizie inerenti salute, benessere, alimentazione sana, rimedi naturali e molto altro ancora.

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