Dai gatti una possibile cura contro l’HIV?

Tenere, dolci, piccole canaglie: intorno ai gatti si potrebbero spendere infiniti aggettivi per definirli. Amore od odio che sia, nessuno rimane indifferente di fronte ad un loro video divertente, in cui scesi dal “trono” di animale sofisticato e distaccato si rendono protagonisti di improbabili acrobazie ed esilaranti appostamenti dietro l’angolo, pronti a sferrare un buffissimo attacco. Con l’amico-nemico cane sono tra i migliori compagni di vita di molti di noi. Ma gli a-mici felini potrebbero persino offrire una speranza per la formulazione di nuovi farmaci contro una delle più temibili malattie, l’HIV. Ma in che modo questo potrebbe accadere?

HIV quali sono le cure attuali?

L’HIV è un virus che attacca le cellule T del corpo, che sono cellule del sistema immunitario che ci aiutano a prevenire infezioni e malattie. L‘HIV-1 è il ceppo più comune dell’HIV e rappresenta circa il 95% di tutti i casi. Quando l’HIV emerse per la prima volta negli anni ’80, c’era una significativa paura ed un forte stigma intorno al virus che conduceva inevitabilmente alla malattia conclamata, l’AIDS; all’epoca gli scienziati sapevano molto poco su questa immunodeficienza acquisita e non esistevano trattamenti contro di esso. Da allora la scienza ha fatto passi da gigante tanto che oggi una persona affetta da HIV può vivere una vita lunga e sana grazie ai farmaci antiretrovirali.

Questi farmaci agiscono riducendo i livelli di HIV nel sangue, fino al punto in cui il virus non può essere più rilevato. Ciò significa che il virus non ha alcun impatto sulla salute della persona che ne è affetta e non può essere trasmesso ad altre persone. Tuttavia, non tutti i malati di HIV, pur ricevendo i farmaci antiretrovirali, riescono a raggiungere livelli ematici del virus non rilevabili, ed in alcuni rari casi si può sviluppare una farmaco-resistenza. Dunque nonostante il netto miglioramento della situazione attuale, la ricerca non si ferma nella continua speranza di ottenere nuove e più efficaci cure.

Grazie ai gatti nuove cure contro l’immunodeficienza acquisita

Ma torniamo ai nostri amici gatti. Gli israeliani Dott. Alian ed il Dott. Galilee del Technion – Israel Institute of Technology di Haifa,  credono che i gatti possano aiutare a soddisfare la necessità di farmaci di nuova generazione. Gli scienziati hanno infatti svelato la struttura 3-D di una proteina specifica del virus dell’immunodeficienza felina (FIV) che è presente anche nel virus dell’immunodeficienza umana. I due autori dello studio sperano in particolare che le loro scoperte possano aprire le porte a nuovi farmaci in grado di contrastare la forma virale resistente ai resistente ai farmaci.

I ricercatori hanno recentemente riportato le loro scoperte sulla rivista PLOS Pathogens. La FIV agisce in maniera simile all’HIV; attacca il sistema immunitario di un gatto, rendendolo suscettibile alle infezioni. Ma va detto che sebbene FIV e HIV appartengano allo stesso gruppo di virus, la FIV non può essere trasmessa agli esseri umani.

FIV e HIV: nuovi farmaci contro la resistenza RT dell’HIV-1

Per lo studio in questione gli scienziati si sono indirizzati su una proteina chiamata “trascrittasi inversa“. Comune ad entrambi i virus, questa proteina serve a “copiare” il genoma dell’RNA del virus nel DNA umano (o felino). Questo DNA una volta “impiantato” nel genoma dell’ospite, permetterà la replicazione del virus. Nella FIV, la trascrittasi inversa è resistente agli inibitori della trascrittasi inversa (RTI), i farmaci antiretrovirali che possono bloccare questa proteina nelle persone con HIV. Utilizzando tecniche di purificazione e cristallizzazione, i ricercatori sono stati in grado di decifrare la struttura 3-D della proteina trascrittasi inversa FIV, che ha rivelato i meccanismi alla base della resistenza della proteina agli RTI.

Il team ha scoperto che la proteina della trascrittasi inversa all’interno della FIV genera una “tasca chiusa” che impedisce agli RTI di legarsi efficacemente a essa, rendendola resistente ai farmaci. Ma non è finita: “Mostriamo inoltre”, affermano gli autori, “che la mutazione della proteina per facilitare il legame degli inibitori non conferisce sensibilità a questi inibitori, suggerendo che altre variazioni inerenti alla FIV RT [trascrittasi inversa] modulano un secondo strato di resistenza.”Queste scoperte potrebbero dunque non solo portare a nuovi trattamenti per la FIV, ma anche a future cure contro l’HIV. I ricercatori concludono: “Queste intuizioni possono aiutare nello sviluppo di nuovi farmaci contro l’evoluzione della resistenza RT dell’HIV-1.

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Anna Elisa Catanese

Ciao sono Anna Elisa Catanese, Dott.ssa in Scienze e tecniche erboristiche, autrice principale dei contenuti di questo sito web. Sono anche una cantante e creatrice di bijoux. Ho alle spalle collaborazioni come autrice di articoli con numerosi siti quali Blasting news e Dokeo. Su Natural Magazine troverete notizie inerenti salute, benessere, alimentazione sana, rimedi naturali e molto altro ancora.

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