Compost domestico: cos’è, come si fa, come si utilizza

Il compostaggio domestico è la tecnica che ci permette di ottenere dai rifiuti del giardino e dell’orto un ottimo concime pronto all’uso e a costo zero. Il compost domestico utilizza gli stessi processi biochimici che caratterizzano in natura il decadimento, la decomposizione e la trasformazione delle foglie, dei rami e di tutto il materiale organico in un terriccio fertile dal tipico profumo di sottobosco. Il compost, infatti, non puzza affatto e i cicli che lo generano non producono gli odori tipici della decomposizione anaerobica. In quest’articolo scopriremo tutto sul compostaggio domestico: cos’è, come si fa, tipi di compostiere, accessori e additivi per il compostaggio e come utilizzare il compost in giardino.

Compostaggio domestico: come i rifiuti si trasformano in compost

In natura le foglie, l’erba, i rami e tutte le materie organiche che si depositano sul terreno di un sottobosco diventano il nutrimento per una miriade di microscopici esseri viventi. Le grandi molecole organiche presenti nei vegetali (amidi, zuccheri, etc.) fanno da substrato per alcuni microrganismi. Nelle giuste condizioni la popolazione di batteri può crescere velocemente e smantellare una grande quantità di materiale organico. Quello che non viene digerito dai batteri è cibo per muffe e funghi che lasciano come scarto molecole ancora più piccole. Su tutto ciò che rimane intervengono lombrichi e insetti che smuovono i detriti organici e lo riducono in una sostanza ormai completamente diversa da quella originaria chiamata humus.

Per riprodurre nel compostatore questo meraviglioso processo di “riciclaggio” naturale delle sostanze organiche sono necessarie alcune specifiche condizioni. Innanzitutto un volume di biomassa di circa un metro cubo di materia tritata, la quale dovrà essere composta da trenta parti carbonio e una parte di azoto. Inoltre è necessario che vi sia circolazione d’aria e umidità sufficiente a far cresce i microrganismi implicati in questo processo e per garantire un’adeguata ossidazione. Il processo di compostaggio può durare, secondo la stagione, dai 4 agli 8 mesi. Nell’ordine si svilupperanno prima delle colonie di muffe e funghi; quindi si assisterà a un processo di riscaldamento della biomassa (al centro la temperatura può raggiungere i 50 – 60 C°) e a una progressiva disgregazione dei componenti. Al raffreddamento del compost seguirà la diffusione di lombrichi all’interno del cumulo. Mescoliamo spesso il materiale nel compostatore con un forcone o un miscelatore per aumentare l’apporto d’aria e accelerare considerevolmente il processo di maturazione del compost. Minore è la porosità del materiale e più frequenti dovranno essere i rimescolamenti.

Le fasi del compostaggio

Ricapitolando, possiamo distinguere tre fasi del compostaggio domestico:

  1. Fermentazione: ha la durata di circa un mese. In questa fase, grazie all’attività dei microrganismi termofili, la temperatura dei rifiuti s’innalza progressivamente fino a raggiungere i 50 – 60 C°. Ciò garantisce anche l’igienizzazione dei materiali (muoiono i germi patogeni) e la distruzione dei semi delle erbe infestanti;
  2. Maturazione: a questo punto la temperatura scende ed iniziano ad operare milioni di funghi e attinomiceti, in grado di demolire le parti più resistenti;
  3. Decomposizione: nella terza ed ultima fase del compostaggio domestico, il compost viene colonizzato da acari, collemboli e lombrichi che sminuzzano i residui.

Cosa compostare: rifiuti verdi, rifiuti marroni

Affinché il processo di compostaggio domestico avvenga in modo ottimale, devono essere presenti sufficienti quantità di carbonio, dal cui smantellamento proviene l’energia utile per la proliferazione dei batteri, e una giusta quantità di azoto. Il rapporto ideale tra questi due elementi è di 30:1, in altre parole per ogni parte di azoto devono essere presenti 30 parti di carbonio. I rifiuti possono essere suddivisi in verdi (erba, foglie, scarti dell’orto, scarti vegetali di cucina) e marroni (rami, paglia, segatura). La grossa differenza è che nei primi, a fronte di un’elevata umidità, il rapporto carbonio/azoto è deficitario, mentre nei secondi, secchi, il rapporto è decisamente in eccesso. Una corretta mescolanza dei due tipi di rifiuti crea le condizioni ideali per il compostaggio. Nella compostiera si mescolano due parti di rifiuti verdi con una parte di rifiuti marroni.

Compost: come migliorare il rapporto carbonio/azoto

Se il materiale da compostare è tanto o le piante caduche sono numerose, si può pensare di stoccare i due tipi di rifiuti in bidoni distinti e di mescolarli nelle giuste proporzioni al momento opportuno. In particolare è utile, in autunno, tenere da parte una certa quantità di foglie secche, proteggendole dalla pioggia. In primavera ed estate, questa scorta potrà essere utilizzata come fonte di “marrone” da mescolare con scarti freschi. Se, invece, si vuole compostare in autunno, quando sono prevalenti gli avanzi “marroni” e difettano quelli “verdi”, bisogna aggiungere azoto alla miscela da compostare. Questo si potrà ottenere facendo uno strato di 10 – 15 cm di foglie secche che verranno successivamente spolverate con cornunghia (meglio in polvere) o sangue secco di bue, prodotti che si trovano facilmente nei negozi di giardinaggio, entrambi molto ricchi di azoto; si procederà in tal modo, strato dopo strato, fino ad esaurimento delle foglie.

Se abbondano gli avanzi da cucina che, rispetto al valore ottimale (30) sono carenti in carbonio, si può ovviare inserendo nel compostatore sacchetti di carta per alimenti, fazzoletti e tovaglioli di carta, ricchi di carbonio. Ovviamente è opportuno che questi oggetti in cellulosa siano prima strappati in piccoli pezzi o in strisce e quindi mescolati con gli avanzi vegetali. Per avere un rapporto carbonio/azoto ottimale, si possono mescolare uguali volumi di carta e di scarti vegetali. La segatura è poverissima di azoto e per questo può essere aggiunta per compensare efficacemente materiale come gli sfalci del prato o i rifiuti dell’orto. Le parti legnose, come i resti di potature, sono difficilmente smantellabili dai microrganismi e, per quanto tritati, hanno un tempo di decomposizione molto più lungo. I rametti sono altresì molto utili per formare, a livello del suolo, uno strato di drenaggio ideale per far prendere aria al compost.

Cosa mettere e cosa non mettere nel compostatore

Non tutti i materiali organici sono adatti per il compostaggio domestico. Ecco in breve cosa è possibile mettere nel compostatore:

  • Rami e foglie, opportunamente triturati;
  • Erba, possibilmente secca, per evitare che compatti troppo il materiale nel composter;
  • Gusci d’uova, possibilmente tritati, in modo che vengano decomposti più facilmente;
  • Avanzi di cibo cotto: è bene aggiungerne in quantità esigua, per evitare che attirino topolini o mosche;
  • Avanzi di verdura e frutta, bucce, scarti;
  • Fiori secchi;
  • Erbacce estirpate dal giardino: per evitare che i semi rimangano vivi nel compost è bene inserirli al centro della massa da compostare, in modo che raggiungano le temperature maggiori;
  • Fondi di caffè e tè;
  • Carta, possibilmente non stampata (vanno bene però i quotidiani);
  • Cenere di legna, in piccola quantità;
  • Letame maturo;
  • Aghi di pino, ricordandoci però che abbassano il pH del compost.

Materiali da non utilizzare per il compostaggio domestico:

  • Qualsiasi tipo di materiale plastico;
  • Cenere di carbone;
  • Contenitori in tetrapak;
  • Carta stampata di periodici;
  • Vetro;
  • Ceramica;
  • Alluminio e metalli in genere;
  • Ossa: il tempo necessario per decomporle è troppo alto;
  • Tessuti sintetici o comunque tinti.

Compost domestico: come evitare cattivi odori

I batteri responsabili del processo chimico di compostaggio necessitano di acqua, come tutti gli esseri viventi. È dunque utile annaffiare il materiale se questo appare troppo secco. Bisogna però stare attenti a non esagerare, per non annegare batteri e lombrichi. Se questo avvenisse, ai microrganismi utili si sostituirebbero altri detti anaerobi, che non amano l’ossigeno, ma che producono metano, idrogeno solforato, composti con odori fortemente sgradevoli. Il grado di umidità ottimale del compost equivale a quello di una spugna strizzata. Una prova empirica per verificare la presenza di un eccesso d’acqua si effettua stringendo nel pugno una manciata di compost: se esce acqua, l’umidità è eccessiva e pertanto dev’essere ridotta.

Compostatore: tipologie

Vi sono essenzialmente due sistemi per affrontare il compostaggio domestico: creare una zona per un cumulo circoscritto, oppure acquistare un composter o compostatore. La scelta è influenzata principalmente dalla quantità di materiale da compostare e dagli spazi in giardino. Nel primo caso, indicato perché consente di realizzare uno spazio del volume desiderato, bisogna piantare ben profondamente nel terreno quattro pali quadrangolari che si alzino da terra di circa un metro. Su di essi si fissa quindi una rete a maglie piccole o medio – piccole che ne chiudano completamente il perimetro. Il tutto va poi coperto con un telo che impedisca al sole di seccare la superficie e alla pioggia di inumidire eccessivamente il contenuto.

Esteticamente più gradevoli appaiono i classici compostatori, offerti da molte aziende in diverse grandezze e materiali. Generalmente si presentano come delle grosse campane di plastica o di resina dotate di uno sportello alla sommità, da cui si introduce il materiale, e di un altro alla base, per la raccolta del compost maturo. Ne esistono anche in legno trattato, con o senza base, con fessure laterali che facilitano l’areazione del contenuto.

Le compostiere di ultima generazione sono rotanti e sollevate da terra. Il sistema rotante permette di mescolare ed arieggiare con grande facilità il compost. I migliori compostatori rotanti possiedono due cilindri separati che garantiscono la produzione di compost a ciclo continuo. Il processo di compostaggio nelle compostiere rotanti è molto rapido: ruotando la compostiera una volta al giorno (o almeno ogni 3 giorni) è possibile ottenere compost maturo in sole 4 settimane.

Dove porre il compostatore?

La posizione migliore per porre il nostro compostatore domestico è sotto un albero dalle foglie caduche. Questo fa si che d’estate il composter risulti in ombra e dunque protetto dalla diretta azione dei raggi solari, mentre d’inverno possa ricevere il poco calore disponibile. Ovviamente si possono sceglie altre posizioni, ma tenendo presente che il luogo dovrà essere sufficientemente vicino alla casa da poterne sfruttare naturalmente gli scarti di cucina, e facilmente raggiungibile dall’orto da cui derivano numerosi rifiuti. Il terreno su cui poggia il composter va liberato da piante e vangato per favorire la migrazione dei microrganismi dal terreno al compost.

Compostaggio a caldo o a freddo

Il buon andamento del compostaggio dipende dall’aumento della temperatura al suo interno. L’aumento della temperatura indica che i batteri sono a lavoro, che la loro popolazione aumenta e che quantità crescenti di sostanza organica viene degradata. Occorre tuttavia tenere presente che elevate temperature si raggiungono solo con cumuli il cui volume sia di circa un metro cubo (mille litri). In queste condizioni la quantità di calore che si disperde dalla superficie del cumulo è inferiore al calore prodotto al suo interno; di conseguenza la temperatura del cumulo si riscalda progressivamente fino a raggiungere, al suo interno, 50 – 60 C°.

Questa situazione è auspicabile, poiché l’elevata temperatura elimina eventuali parassiti e agenti patogeni e inattiva i semi di eventuali piante infestanti introdotti involontariamente nel cumulo. Se il volume del cumulo è inferiore ad un metro cubo, la maggiore dispersione del calore non permette il raggiungimento di temperature elevate; in tal caso si parla di compostaggio a freddo che, ovviamente, è più lento di quello caldo e non ne ha i vantaggi, ma rende possibile il valido aiuto dei lombrichi.

Quando è maturo il compost?

Il compost è maturo quando la temperatura ha raggiunto quella ambientale, oppure la supera di poco. A questo punto il compost è scuro, grumoso, dall’odore gradevole di terriccio di bosco, analogamente all’humus che si produce in natura. Esiste un metodo infallibile per capire se il compost è maturo: riempiamo di compost un sottovaso, spargiamoci alcuni demi di crescione e aspettiamo una settimana. Se la maggior parte dei semi avrà germogliato significa che il terriccio è pronto.

Compost: a cosa serve, come si usa

Il compost fresco, ottenuto in uno o tre mesi, non è ancora maturo e può usato per la copertura superficiale del terreno tra una pianta e l’altra (pacciamatura) in modo da impedire lo sviluppo d’infestanti. Il compost maturo , ottenibile non prima di quattro mesi, si usa in vari modi:

  • per invasare piante d’appartamento, misto ad argilla e sabbia oppure a terra comune e torba;
  • come ammendante, mescolato al terreno di orti e giardini;
  • per proteggere le radici, steso per una decina di centimetri attorno al fusto delle piante.

I compost prima di essere utilizzato va setacciato. In particolare bisogna eliminare le eventuali uova di lumaca (vengono deposte a fine autunno, sono bianche o trasparenti, spesso a mucchietti). Se il compost non viene utilizzato subito può essere conservato per alcuni mesi in sacchetti forati, ma va tenuto umido e ben arieggiato.

Accessori per il compost domestico

Un accessorio particolarmente utile per il compost domestico è il soffia-aspira-trita foglie. Questo attrezzo compatto e facilmente trasportabile può essere usato sia per raccogliere le foglie secche, sia per aspirarle e tritarle. Quanto ottenuto viene raccolto in un sacco che può essere svuotato nel composter senza fatica.

Altrettanto utile per il compostaggio domestico è il biotrituratore. Questo apparecchio molto compatto è normalmente dotato di due ruote che ne permette il facile spostamento. Ne esistono di diverse potenze, più o meno silenziati, e caratterizzati dalla capacità di sminuzzare anche i rami di diversa grandezza. Il biotrituratore è concepito per poter “inghiottire” qualsiasi tipo di scarto del giardino e dell’orto, riducendolo in pezzetti sufficientemente piccoli da risultare ideali per l’attività di compostaggio.

Compost domestico: additivi naturali e fai-da-te

Per velocizzare ed ottimizzare il processo di compostaggio domestico possiamo avvalerci dell’utilizzo di alcuni additivi naturali. Tra i migliori additivi per composter abbiamo:

  • additivi che si trovano già pronti in commercio: si tratta di concentrati di microrganismi che si attivano quando trovano le condizioni ideali;
  • lombrichi: procuriamoci i lombrichi raccogliendoli dal giardino o acquistandoli presso un negozio di pesca e inseriamoli nella compostiera;
  • additivo per compost domestico fai-da-te: versiamo in mezzo litro di acqua tiepida del lievito di birra e un cucchiaio di zucchero. Dopo un paio di giorni questa miscela va versata sui rifiuti nella compostiera rimescolando il tutto energicamente.

Correlati:




Anna Elisa Catanese

Ciao sono Anna Elisa Catanese, Dott.ssa in Scienze e tecniche erboristiche, autrice principale dei contenuti di questo sito web. Sono anche una cantante e creatrice di bijoux. Ho alle spalle collaborazioni come autrice di articoli con numerosi siti quali Blasting news e Dokeo. Su Natural Magazine troverete notizie inerenti salute, benessere, alimentazione sana, rimedi naturali e molto altro ancora.

2 thoughts on “Compost domestico: cos’è, come si fa, come si utilizza

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *