Il grano saraceno tartarico, avrebbe, secondo uno studio dell’Università di Osaka, pubblicato su Antioxidants, la proprietà di stimolare l’autofagia cellulare. L’autofagia cellulare consiste nella “cannibalizzazione”, da parte delle cellule, di componenti citoplasmatici danneggiati, o non più necessari, e del loro riciclo. La scoperta di rimedi naturali che incoraggino l’autofagia cellulare desta notevole interesse, giacché tale processo è implicato in malattie come cancro e morbo di Alzheimer. Gli scienziati giapponesi hanno anche scoperto a quale componente dell’estratto di grano saraceno tartarico sarebbero da attribuire le sue straordinarie proprietà.
Grano saraceno tartarico: proprietà medicinali
Il Fagopytum tataricum (Famiglia Polygonaceae), è uno pseudocereale selvatico commestibile impiegato da secoli nella medicina tradizionale cinese. Il Fagopytum tataricum non è altro che l’antenato del grano saraceno comune, il Fagopytum esclutetum. Il consumo alimentare del grano saraceno tartarico è stato correlato a un’ampia gamma di benefici per la salute che lo fanno entrare di diritto tra gli alimenti funzionali. I principali composti bioattivi del grano saraceno tartarico sono: flavonoidi, acidi fenolici, triterpenoidi, glicosidi fenilpropanoidi, polisaccaridi bioattivi, proteine e peptidi bioattivi, nonché D-chiro-inositolo e suoi derivati.
Il grano saraceno tartarico, in studi precedenti, avrebbe dimostrato di possedere proprietà antiossidanti, antidiabetiche, ipolipidemizzanti, antitumorali [1]. Agli estratti alcolici a base di grano saraceno tartarico, oggetto di studio della nuova ricerca sull’autofagia cellulare, sono state riconosciute in precedenza proprietà antiossidanti [2] e antibatteriche [3].
Fagopytum tataricum e autofagia cellulare
I ricercatori hanno trattato delle cellule epiteliali e delle cellule epatiche coltivate in vitro con estratti etanolici di grano saraceno tartarico. Hanno così scoperto che il trattamento delle cellule con l’estratto stimolava la formazione di autofagasomi, strutture cellulari specializzate adibite all’autofagocitosi, e alterava la posizione delle proteine coinvolte nella regolazione dell’autofagia. Tali proprietà del grano saraceno tartarico sarebbero da attribuirsi ad un composto chiamato quercetina.
La quercitina, flavonoide presente in molti vegetali, come cipolla, mele, cacao, capperi, etc. aveva gli stessi effetti dell’intero estratto di grano saraceno tartarico. Entrambi, sia l’estratto di Fagopytum tataricum che la quercetina, hanno spinto le cellule epatiche ad eliminare gli aggregati proteici attraverso un processo noto come “aggrefagia“. Gli aggregati proteici accumulati negli epatociti sono correlati ad una patologia chiamata epatopatia alcolica. Sia la quercetina che gli estratti di grano saraceno tartarico potrebbero dunque rappresentare un trattamento utile per i pazienti con questa malattia del fegato. Le proprietà di stimolare autofagocitosi e aggrefagia di quercetina e Fagopytum tataricum potrebbero altresì coadiuvare il trattamento di altre malattie associate all’accumulo di proteine, come il morbo di Alzheimer.
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