Sotto il nome comune di acero giapponese sono comprese due specie appartenenti alla famiglia delle Aceraceae: Acer japonicum e Acer palmatum. Entrambe non superano mai i 5 m d’altezza e sono originarie dell’estremo oriente (Giappone, Korea, Cina, Taiwan). Da esse derivano numerose cultivar dal grande valore ornamentale che si prestano ad essere piantate in giardino da sole o in piccoli gruppi, in modo da formare delle macchie di colore dalle forme eleganti e leggiadre.
Molto adatti ai piccoli giardini dal sapore zen, il colore fiammeggiante delle chiome degli aceri giapponesi saprà illuminare anche le giornate più grigie della stagione autunnale, periodo ideale per trapiantare uno o più esemplari nel nostro spazio verde. Ma prima di scoprire come coltivare l’acero giapponese e quali sono le cure di cui ha bisogno, conosciamo le cultivar più belle di Acer japonicum e Acer palmatum. Il paragrafo finale sarà dedicato all’acero giapponese bonsai.
Acer palmatum “Dissectum atropurpureum”
L’Acer palmatum “Dissectum atropurpureum” è la varietà di acero giapponese più diffusa ed è caratterizzata da rami un po’ contorti e foglie leggere e finemente divise di colore rosso-bronzo.

Acer palmatum heptalobum “Senkaki”
L’Acer palmatum heptalobum “Senkaki” ha la corteccia rosso corallo e le foglie verde scuro divise in sette parti che in autunno diventano di un bel colore giallo oro.

Acer palmatum heptalobum “Ozakazuki”
Molto simile all’Acer palmatum heptalobum “Senkaki”, la varietà “Ozakazuki“si distingue per il colore delle foglie che in autunno diventano rosso cremisi e scarlatto.

Acer japonicum “Aureum”
L’Acer japonicum “Aureum” per tutto l’anno presenta delle foglie lobate di color giallo dorato.

Acer japonicum “Vitifolium”
Le foglie dell’Acer japonicum “Vitifolium”, che come dice il nome, assomigliano a quelle di vite, sono ampie e con 10-12 lobi che si tingono di rosso in autunno.

Acer japonicum “Aconitifolium”
L’Acer japonicum “Aconitifolium” presenta delle bellissime foglie profondamente e finemente incise, che danno alla chioma un aspetto vaporoso di grande effetto. Questa cultivar in autunno si riveste di color rosso intenso.

Acero giapponese: esposizione
L’acero giapponese predilige un’esposizione in ombra o mezzombra. In pieno sole infatti le sue foglie delicate si bruciano e il loro meraviglioso colore vira al bruno. L’acero giapponese teme il vento freddo e le gelate tardive seguite dal sole del primo mattino. Tale condizione, a causa dello sbalzo termico, danneggia i germogli.
Innaffiature
Per quanto riguarda le innaffiature in primavera, il periodo dell’anno di massima vegetazione, se la temperatura è secca, occorre annaffiare l’acero giapponese frequentemente e possibilmente con acqua piovana. In estate, alla sera, spruzziamo anche le foglie per ottenere una buona umidità notturna e completiamo con una annaffiatura sul piede.
Terreno
L’acero giapponese necessita di un terreno acido, ben drenato e non tollera i terreni calcarei e i ristagni idrici. La terra di brughiera è la più indicata, oppure la terra di bosco a pH acido. Il terreno dev’essere fresco, umido anche in estate, e moderatamente ricco, situazione facilmente riscontrabile nelle nostre valli.
Concimazione
Al momento del trapianto è importante una buona concimazione iniziale, specie se il terreno è sabbioso, poco fertile oppure lo strato coltivabile è limitato. Un’ottima scelta è del letame ben maturo, ma se non è disponibile sostituiamolo con torba mista a letame disidratato, o con fertilizzanti specifici somministrandolo seguendo le indicazioni scritte sulla confezione.
Trapianto
L’acero giapponese può essere trapiantato in giardino da novembre a marzo. Le piante che troviamo in vendita possono essere in vaso o zolla o a radice nuda. Nel caso di piante in vaso o in zolla, le radici restano abbastanza integre e non è necessario fare grandi interventi di potatura sulle radici stesse e sulla chioma. Dobbiamo comunque fare attenzione a non rompere la zolla, cioè il pane di terra che si trova a contatto con le radici più sottili il cui compito è quello di assorbire l’acqua. Se invece scegliamo di trapiantare un alberello di acero giapponese a radice nuda dobbiamo accorciare sensibilmente le radici e, di conseguenza, ridurre in proporzione anche i rami.
Per il trapianto scaviamo dunque una buca adeguata alla mole della pianta. Per gli esemplari più piccoli, acquistati in vasi da 20 cm di diametro, per esempio, basterà una buca di 40 cm di diametro e di circa 50 cm di profondità. Se il terreno è compatto e molto argilloso o tendenzialmente umido facciamo una buca un po’ più profonda e sul fondo mettiamo dei ciottoli o della ghiaia grossolana per favorire lo scorrimento dell’acqua in eccesso.
Potatura
L’acero giapponese si pota generalmente per motivi estetici, per dare una forma particolare, ad alberello o a cespuglio, ma anche per eliminare rami secchi o danneggiati. La potatura si effettua in ottobre-dicembre.
Acero giapponese: moltiplicazione
L’acero giapponese si moltiplica per semina ad ottobre, ponendo i semi a germinare in un letto freddo o direttamente all’aperto. Non è necessario concimare il terreno, ma è sufficiente disporre di terriccio di buona qualità. Per proteggerlo dalla neve o dalla brina distribuiamo sul terreno della paglia o uno strato di foglie che andranno tolti in primavera per evitare l’insorgere di malattie fungine. La semina non garantisce la perfetta corrispondenza delle cultivar più selezionate. Le varietà dai colori insoliti devono essere innestate nel mese di marzo, su portainnesti costituiti dalle specie tipiche.
Parassiti e malattie dell’acero giapponese
L’acero giapponese può essere attaccato da diversi parassiti, in particolare da afidi. Questi piccoli insetti rendono le foglie dell’acero giapponese vischiose e fuligginose. Ci accorgeremo della loro presenza per via delle foglie accartocciate e coperte da una sostanza appiccicosa, la melata. Nelle zone particolarmente calde e asciutte possiamo notare la presenza del ragnetto rosso. Talvolta l’acero giapponese può soffrire per la mancanza di ferro (clorosi ferrica). Tale carenza si manifesta con l’ingiallimento e la decolorazione delle foglie. In tal caso somministriamo del ferro-chelato disciolto nell’acqua delle innaffiature.
Gli sbalzi di temperatura, le gelate, i venti freddi o i colpi di sole causano il rinsecchimento delle foglie, fenomeno chiamato “scottatura”. La pianta non avrà un bell’aspetto, ma non è molto grave. Solo quando la causa del disseccamento è un fungo interveniamo con un prodotto anticrittogamico. Le infezioni fungine sono favorite da eccesso di umidità e ristagni d’acqua. Tra le malattie fungine, la più pericolosa è la necrosi del legno che causa la rapida morte dei germogli. Anche la famigliola è un fungo che causa la rapida morte della pianta.
Acero giapponese bonsai
L’acero giapponese è sicuramente uno degli alberi più belli da coltivare come bonsai. Le foglie a cinque punte che cambiano colore a seconda della stagione, conferiscono a questa pianta un fascino e un eleganza difficilmente riscontrabili in altre specie. In primavera il bonsai va esposto in pieno sole per consentirgli di vegetare con il massimo vigore, mentre in estate conviene collocarlo all’ombra. Utile anche sistemarlo su un sottovaso pieno di ghiaia mantenuta umida e nebulizzare acqua non calcarea sulle foglie.
In inverno, nelle regioni del sud si può tenere l’acero giapponese bonsai all’aperto, in pieno sole. Nelle regioni del nord, è opportuno ripararli dalle gelate collocandoli in serra fredda, o almeno sotto una tettoia. Evitare sempre di lasciare il terreno asciutto, perché il bonsai può rapidamente deperire e morire. Il bonsai di acero giapponese va potato per lo più in inverno, riservando alla primavera l’accorciamento dei giovani rami dopo il primo o il secondo internodo.
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