La fibra alimentare è una componente fondamentale di una dieta sana ed equilibrata e tra le sue proprietà avrebbe anche quella di ridurre il rischio di depressione nelle donne in premenopausa. Questo è quanto sostiene un nuovo studio pubblicato online su Menopause, la rivista della The North American Menopause Society (NAMS).
Premenopausa: cos’è, sintomi
La premenopausa o perimenopausa è la fase che precede la menopausa vera e propria di circa 5-10 anni ed inizia intorno ai 40-45 anni d’età. Con il subentrare della premenopausa la donna comincia a percepire che qualcosa sta cambiando nel suo corpo ed è qualcosa del tutto naturale che non va intesa come una malattia. I sintomi della premenopausa comprendono:
- ciclo ballerino, con episodi di amenorrea e l’alternarsi di flusso mestruale abbondante e flusso molto scarso;
- aumento ingiustificato del peso corporeo e rallentamento del metabolismo;
- stanchezza, spossatezza;
- cefalea, calo dell’attenzione, distrazione, vuoti di memoria;
- sbalzi d’umore: ansia, depressione;
- insonnia;
- secchezza vaginale;
- calo del desiderio sessuale;
- disturbi urinari;
- primi cedimenti della pelle, che può apparire più secca e spenta;
- capelli più secchi e sottili.
Fibre: un aiuto contro la depressione in premenopausa
I cambiamenti fisiologici nei livelli ormonali nelle donne in perimenopausa sono stati collegati alla depressione. Gli interventi sullo stile di vita, tra cui dieta, esercizio fisico e la pratica del mindfulness (meditazione consapevole), possono aiutare alla donna a ridurre il rischio di depressione durante la menopausa.
Il nuovo studio, che ha raccolto i dati su dieta e depressione di 5.807 donne di varie età, nell’ambito del Korea National Health and Nutritional Examination Survey per il 2014, 2016 e 2018 si è prefissato specificamente di indagare la relazione tra l’assunzione di fibre alimentari e depressione nelle donne in pre- o post- menopausa naturale o in menopausa chirurgica.
La fibra alimentare si trova principalmente in frutta, verdura, cereali integrali e legumi. Al consumo di fibre alimentari sono associati diversi benefici per la salute: dalla migliore gestione del peso corporeo alla riduzione del rischio di diabete di tipo 2, delle malattie cardiache e di alcuni tipi di cancro. Gran parte di questi benefici dipendono dalle proprietà prebiotiche della fibra alimentare, ovvero dalla capacità di stimolare e migliorare la ricchezza e la biodiversità del microbioma intestinale.
Studi precedenti avevano già suggerito proprietà anti-depressive per le fibre, ma questo è il primo studio noto ad aver analizzato l’effetto sulla salute mentale delle fibre in un gruppo così numeroso di donne, in varie fasi della menopausa.
Perché le fibre alimentari riducono la depressione in premenopausa?
Lo studio ha confermato un’associazione inversa tra l’assunzione di fibre alimentari e la depressione nelle donne in premenopausa, dopo l’aggiustamento per altre variabili, ma nessuna differenza significativa è stata documentata nelle donne in postmenopausa.
Sembra infatti che l’esaurimento degli estrogeni nelle donne in postmenopausa influisca in maniera diversa sull’equilibrio dei microrganismi intestinali (microbioma), tanto che in questa fase non si otterrebbe alcun beneficio dall’aumento del consumo di fibre alimentari.
Questo studio osservazionale, ovvero basato su dati statistici, da solo non può spiegare come e perché le fibre alimentari aiutino a migliorare la salute mentale nelle donne in premenopausa. Ad esempio, come spiega la dott.ssa Stephanie Faubion, direttore medico di NAMS: “Le donne con una migliore salute mentale potrebbero aver avuto una dieta più sana e consumato più fibre, o un maggior consumo di fibra alimentare potrebbe aver contribuito a migliorare la salute del cervello modulando il microbioma intestinale”.
Il legame tra maggior consumo di fibra alimentare e minor rischio di depressione può essere tuttavia parzialmente spiegato dalle interazioni intestino-cervello (asse intestino-cervello), poiché si teorizza che i cambiamenti nella composizione del microbioma possano influenzare la neurotrasmissione e dunque la salute mentale.
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