Una sostanza presente nella comunissima Ardisia crenata, pianta ornamentale dalle tipiche bacche rosse, avrebbe dimostrato la capacità di arrestare lo sviluppo del cancro agli occhi. Sebbene i tassi di sopravvivenza per il cancro oculare siano generalmente elevati (circa l’80% dei pazienti sopravvive a distanza di 5 anni), quando esso diventa metastatico, cioè quando le cellule tumorali si staccano e viaggiano altrove nel corpo per formare altri tumori, questo tasso può diminuire in modo significativo.
Trovare il modo per rallentare la progressione del cancro oculare è dunque fondamentale. I ricercatori delle università di Magdeburgo e Bonn, Germania, hanno scoperto l’attività anti-cancro di una tossina presente nella pianta Ardisia crenata, che potrebbe aprire nuove strade per future cure di una delle forme più comuni ed aggressive di cancro agli occhi, il melanoma uveale.
Ardisia crenata: proprietà anti-cancro e non solo
L’Ardisia crenata è un arbusto sempreverde originario della Corea. Le sue bacche riunite in racemi (grappoli) di un bel colore rosso brillante, lo rendono la decorazione ideale soprattutto durante le festività natalizie. Data l’enorme diffusione e popolarità della pianta, non è la prima volta che essa viene sottoposta a delle indagini di carattere scientifico. Nelle foglie dell’Ardisia crenata sono presenti dei batteri che producono una tossina dall’attività insetticida naturale il FR900359, che la rendono resistente all’attacco degli insetti.
La tossina, conosciuta da almeno 30 anni, aveva già dimostrato, in un precedente studio, di poter potenzialmente trattare l’asma più efficacemente dei farmaci standard. Il dottor Evi Kostenis, principale autore del nuovo studio tedesco, rivela un’altra proprietà del FR900359: “La sostanza inibisce un importante gruppo di molecole presenti nelle cellule, le proteine Gq“.
Cosa sono le proteine Gq?
Le proteine Gq agiscono similmente ad un centro di controllo di emergenza. Quando un segnale le attiva, possono attivare e disattivare i percorsi metabolici delle cellule. Tuttavia, ciò accade solo per un breve lasso di tempo, dopo il quale la cellula ritorna al suo stato normale. In una particolare forma di cancro dell’occhio, il melanoma uveale, due proteine Gq rimangono permanentemente attive a causa di una mutazione. Ciò provoca la divisione continua delle cellule e la formazione del tumore.
La cause scatenanti il cancro oculare sono attualmente sconosciute, ma è più comune nelle persone che hanno la pelle chiara e gli occhi blu o verdi. Sarebbero soltanto cinque o sei casi per milione di persone, quelli che si verificano nel mondo ogni anno, secondo l’Università del Michigan Kellogg Eye Center di Ann Arbor. Ma l’incidenza della malattia aumenta a circa 21 casi per milione nei soggetti di età superiore ai 50 anni.
Era già noto che la tossina dell’Ardisia crenata fosse in grado impedire alle proteine Gq di essere attivate andandosi ad “aggrappare” su di esse. La nuova ricerca ha tuttavia evidenziato una proprietà ancora più sorprendente dell’estratto di Ardisia crenata.
Il meccanismo d’azione della tossina di Ardisia crenata
Gli scienziati hanno faticato all’idea che l’estratto di Ardisia crenata fosse così potente da agire persino sulle proteine già Gq mutate e quindi permanentemente attive, talvolta facendole ritornare allo stato inattivo. Il meccanismo evidenziato da test in vitro, su colture cellulari e anche nelle cellule dei topi con melanoma uveale agirebbe come quanto segue: inizialmente FR900359 mantiene la proteina Gq impedendole di attivarsi.
Con il passare del tempo, sempre più proteine Gq ritornano all’inattività, rallentando potenzialmente il melanoma uveale. Prima di poter testare l’estratto di Ardisia crenata sull’uomo sarà necessario garantire che la tossina di origine naturale bersagli solo le cellule tumorali e non altri tessuti. Il dott. Kostenis conclude dunque con cauto ottimismo: “Questa è una sfida che anche molte altre chemioterapie devono affrontare”.
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